Strano mondo
Pubblicato il 25 Settembre 2014
Strano questo nostro mondo: a Firenze una tromba d'aria (non in Arkansas) abbatte meravigliosi albero secolari nel giardino dei Semplici, nella corte interna dell' Accademia di Belle Arti, nel giardino di Boboli.
Fermento nel mondo musicale: si dimettono i grandi direttori d'orchestra qua e la in Europa, al Met credo per la prima volta in assoluto , si parla di sciopero delle maestranze.
Alagna e Netrebko cantano insieme nel Lohengrin a Bayreuth e la sottoscritta osa scrivere che il cd di arie di operette di JK non la convince del tutto.
Dove andremo a finire, signore mie?
Potrei parlare di cose molto più serie in questo pazzo mondo dove video di decapitazioni paiono sembrare orribilmente dei videogiochi e dove
due terzi della popolazione mondiale muore di fame mentre un terzo vive assillato da problemi di sovrappeso e di obesità.
Ma questo è un modesto blog di una povera melomane di periferia che osa contrapporsi alle recensioni serie su Du bist die Welt für mich, e allora mi
limito a riflettere su queste ultime amenità e in parte a ricredermi.
Mi spiego meglio, almeno spero, visto che quando scrivo qualcosa di meno banale si scatenano valanghe di commenti che per la maggior parte poco hanno a che vedere con quanto avevo scritto io.
Ricomincio dall'analisi del cd Du bist die Welt für mich. Ieri mi è finalmente arrivato e devo dire che confermo la bellezza delle arie cantate dalla voce calda e incantevole di Kaufmann, ma confermo anche quella sottile sensazione di disagio che in un paio di casi mi ha riportato ad atmosfere che In Germania nello storico momento della depressione economica stavano generando i germi malati del nazionalsocialismo
Soprattutto la lettura del testo di Das Lied von des Lieben des Schrenck mi riporta ad un pericoloso senso eroico che mi ricorda analoghi canti fascisti italiani.
E non mi basta che un amico di Fb mi spieghi che Ein Lied geht um die Welt è stato lanciato da un ebreo ungherese...il risultato trionfalistico è ahimè lo stesso.'
L'unica interpretazione intellettualmente suggestiva me l'ha suggerita il solito amico colto che mi ha proposto una lettura molto stimolante.
Quell' avere messo Die toten Stadt alla fine si puo' leggere proprio come il segno della fine di un'era e in effetti la bellissima aria di Marietta è come un sigillo nostalgico e tristissimo.
Accolgo l'invito per questa rilettura, anche perché è tratta da una opera che mi piacerebbe tanto vedere rappresentata e sentirla in teatro.
Ultime considerazioni sul packaging della versione De Luxe. Non mi ha scandalizzata, semmai mi sembra un po' ridicolo fare santini e calendari di un grandissimo artista che non ha bisogno di fare la figura del semi ignoto poveretto sul red carpet di un festival cinematografico di seconda categoria per essere apprezzato.
Quindi andrò a Milano felice di risentire quello stupendo Ingemisco del Requiem di Verdi che tanto amo e che lui canta divinamente sempre che non mi si perda nell'Octoberfest e che torni dal concerto di Boston.